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la copia al Palazzo Davanzati, Firenze |
La copia di Palazzo Davanzati a Firenze
Silvana Vannini
L’idea di realizzare una copia della “Coperta Guicciardini” nasce in occasione della Mostra Internazionale di Arte tessile tenutasi a Firenze nell’ottobre del 2006 presso l’Istituto degli Innocenti. Il tema della mostra invitava le artiste tessili ad ispirarsi proprio alla coperta Guicciardini per la realizzazione delle loro opere. In quel periodo la coperta originale era oggetto di restauro da parte dell’Opificio delle Pietre Dure, restauro che è terminato nel 2010 con una mostra a Firenze, presso Palazzo Davanzati, nella quale sono state esposte entrambe le coperte.
La "Coperta Guicciardini o di Usella" è uno dei pochi meravigliosi lavori in "trapunto" giunti sino a noi, dalla fine del XIV secolo. Il soggetto della coperta narra la storia di "Tristano e Isotta" ed è stata realizzata in un laboratorio siciliano come testimoniano le scritte in dialetto siciliano che compaiono sul fondo della coperta. La coperta apparteneva al conte Ferdinando Guicciardini e sua moglie, la contessa Maddalena, la ritrovò nella loro villa di Usella nel 1890. È stata esposta per molto tempo ad appannaggio della famiglia Guicciardini per essere poi venduta nel 1927 al Museo Nazionale del Bargello. Esiste un'altra coperta appartenuta alla famiglia Guicciardini, gemella di questa, che fu venduta al "Kensington Museum"di Londra", l'attuale Victoria and Albert Museum. Questi grandi arazzi spesso venivano appesi alla pareti con la funzione di dividere grandi spazi oppure si pensa che siano stati usati come cortine intorno ai letti.
La mostra del 2006 ha creato l’occasione, unica per emozione ed importanza, di entrare in relazione con i restauratori della coperta originale, che ha fatto scoccare la scintilla per la realizzazione di quest’opera così particolare.
La collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure ha permesso di accedere ad informazioni molto dettagliate sull’opera originale.
la copia |
La documentazione fotografica ha reso possibile all’artista Marisa Sardini Silvestri di realizzare a mano libera il disegno in misura originale che è stato poi riportato “in trasparenza” sul tessuto di lino utilizzato per la realizzazione della copia.
Le ricerche svolte dall’Opificio hanno determinato che il tessuto utilizzato in origine, era in lino, sia per i teli della parte superiore che per quelli della parte inferiore. Il lino utilizzato per i teli superiori ha una trama più fitta rispetto a quelli dei teli inferiori. I filati utilizzati per il ricamo sono di lino marrone per la decorazione delle figure e dei fiori, mentre il trapunto del fondo è stato realizzato con un filato di lino dello stesso colore del tessuto.
controluce |
Le imbottiture sono di cotone a fiocchi nelle figure più grandi mentre alcuni dettagli delle decorazioni degli abiti e dei finimenti dei cavalli, sono stati imbottiti con un filo di cotone poco ritorto per dare maggiore evidenza ai particolari e maggiore tridimensionalità.
Il percorso filologico intrapreso per realizzare la riproduzione fedele della coperta Guicciardini ha significato costruire la copia con lo stesso criterio dell’originale.
L’inizio del lavoro ha riguardato la ricerca dei materiali più simili possibile a quelli dell’originale.
Lo studio accurato dell’originale nelle particolarità tecniche, quali quella di avere teli di lino larghi 70 cm uniti tra di loro in momenti diversi della lavorazione, l’osservazione del punto, semplice ma di grande effetto decorativo, l’attenzione per ridare espressività ai volti e per cercare di capire in quale modo erano state imbottite le figure per poter ripetere lo stesso effetto di rilievo, sono stati il punto di partenza del lavoro.
dettaglio del lavoro |
Per la realizzazione, data la particolarità del disegno, è stato necessario preparare le imbottiture delle figure e dei cavalli prima di applicare e fermare il telo posteriore.
A questo punto è iniziato il lavoro di cucito con filo di lino, dei contorni di tutti gli elementi del disegno a punto indietro come nell’originale. Le lettere e i piccoli disegni sono stati imbottiti successivamente dal rovescio del lavoro, provvedendo ad allargare la trama del tessuto e inserendo il cotone per l’imbottitura (bambagia di cotone). L’uso della bambagia non ha fatto appesantire eccessivamente la coperta, infatti il suo peso è di circa 3,6 Kg così come l’originale. Il trapunto del fondo è stato realizzato a punto filza e per tutta la lavorazione è stato necessario verificare dalle fotografie l’inclinazione del trapunto originale in modo da creare un effetto di luci ed ombre. Questo ha rappresentato l’unica difficoltà tecnica significativa nella lavorazione dell’intera opera perché l’inclinazione del trapunto tende a dare un equilibrio particolare alla trama del tessuto, che si nota soprattutto se esposto in verticale.
Per l’esecuzione è stato utilizzato un telaio appositamente realizzato della larghezza di due metri appoggiato su cavalletti. Il tempo necessario alla ultimazione dell’opera è stato di circa 3.600 ore di lavoro, la quantità di filo per il punto filza del fondo è di circa 1.440 metri, mentre per il ricamo delle figure sono stati necessari circa 3.192 metri. Questi dati possono far capire l’importanza che ha avuto nella mia vita la realizzazione di questa opera che è nata nel momento in cui l’ago e il filo sono diventati pennello, matita, bulino. Nella descrizione figurata della storia, delle espressioni, delle emozioni l’affresco ha preso corpo nelle mie mani e nella mia testa, ho udito lo sciabordio delle navi, i nitriti dei cavalli, il suono delle trombe, le voci, il clamore della folla, e questo ha provocato il tumulto emotivo che ha riempito gli anni di lavoro per una esperienza irripetibile.
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Per vedere altre foto, la bibliografia e altre informazioni, vedete la versione inglese prima parte e seconda parte.
C'è anche un progetto di ricamo di Silvana Vannini che sta su altre pagine: prima parte e seconda parte.